In passato, la diffusione delle notizie e della cultura era basata sulla parola e sulla trasmissione orale di storie, fatti e avvenimenti. La modalità della narrazione aveva grandi limitazioni sia nella divulgazione che nella continuità temporale. Naturalmente era difficile ricordare tutto a memoria, quindi si ricorreva, ad esempio, a ripetizioni e a rime. Poeti, cantastorie e battitori erano i custodi e i divulgatori dell’informazione.
I primi passi
Intorno al VI secolo d.C., durante la dinastia Tang, alcuni uomini dell’Impero Cinese ebbero l’idea di intagliare dei pezzi di legno come fossero matrici, per poi bagnarli di inchiostro e imprimere il risultato su fogli. Questa grande scoperta fu preludio di una grandissima rivoluzione mediatica. Nel corso degli anni, arrivando intorno alla fine del 1200, sono stati provati ed utilizzati altri materiali e metodi, come l’argilla o del legno molto duro su tavole girevoli.
L’invenzione di Gutenberg
La fase successiva è caratterizzata, in modo completamente innovativo e strutturato, dal tedesco Johannes Gutenberg quando, nel 1456, inventò la stampa a caratteri mobili. Gutenberg creò il punzone, un parallelepipedo di acciaio sul quale viene inciso il carattere tipografico: punteggiatura, lettere o numeri che formano quindi una serie riposizionabile di caratteri.
La sua invenzione superò le vecchie tecniche usate precedentemente (come le acqueforti, gli incunaboli o le xilografie) per lo più atte a riprodurre testi già scritti. I caratteri venivano fusi grazie all’uso della metallurgia, il processo di produzione cartaceo fu meccanizzato e infine furono prodotti nuovi tipi d’inchiostro, grazie alle nuove scoperte chimiche. È in quel momento che nasce la prima figura professionale del tipografo e di conseguenza dell’arte tipografica: entrambi diventeranno fondamentali per la cultura del Vecchio continente.
I vecchi manoscritti, ormai desueti, vennero sostituiti da più pratici, versatili ed economici libri. Il primo a essere stampato fu una prima edizione della Bibbia, realizzata proprio dallo stesso Gutenberg fra il 1448 e il 1455.
Immaginando di visitare brevemente, come semplici spettatori, la tipografia di Gutenberg, si possono ascoltare i primissimi vagiti della globalizzazione, i primi cambiamenti sociali e culturali che essa comporta.
Si può guardare alla veicolazione della conoscenza e dei linguaggi, che sapranno innescare, nel tempo, cambiamenti radicali del mondo intero. Da questo iniziale processo divulgativo non si è più tornati indietro.